Giulio Obici fotografo
A cura di Olivia Corsini
Prefazione di Michele Sartori, Olivia Corsini e Pippo Iannaci
Interventi di Gianni Berengo Gardin, Rosanna Checchi, Paolo Corsini, Renato Corsini, Marco Fini, Manuela Grassi, Grazia Neri, Fabrizio Ravelli
Zoom Edition, Montichiari, 2013
Obici era innanzitutto un grande giornalista, un grande inviato, nell’epoca in cui gli inviati si trovavano avviati, come i dinosauri all’estinzione – e come i dinosauri – senza sospettarlo. Era grande per l’impegno politico e contemporaneamente per la capacità di analizzare e raccontare. Il concetto di scoop gli era diventato estraneo; in quegli anni, di fronte alle stragi, alle trame, agli anti-stato, non aveva senso il lavoro isolato, la ricerca del “buco” da infliggere ai colleghi: piuttosto, partendo dagli stessi dati, il bravo giornalista si sarebbe distinto per la capacità di organizzarli e descriverli in modo più o meno completo, o semplicemente diverso, dagli altri. Questa lezione, ormai praticata al contrario, gliela devo integralmente.
Michele Sartori