Grida

Giornalista sensibile ai sommovimenti della società in cui vive, fotografo dal gusto surrealista pronto a cogliere la dimensione ironica e ricca di allusioni della realtà, Obici scopre nelle scritte sui muri gli umori di un’epoca. Costruisce un regesto di motti, slogan, sfoghi, dichiarazioni d’amore e proclami politici che si fanno voce vivida di un clima e diventano storia. (Tatiana Agliani)

Oltre alla scrittura giornalistica, intesa come modalità indagatrice, pervasa dal rigore e dalla volontà di raccontare la storia e le vicende umane, Obici scopre nel tempo la valenza gnoseologica della fotografia, la quale diviene lettura trasversale della città, tappezzata da anonime scritte sui muri e da insegne pubblicitarie, e analisi visiva delle forme disseminate nel paesaggio naturale, colto nell’equilibrio costruttivo e nello studio della luce. (Giampietro Guidotto)