Folletti

I folletti non popolano soltanto le favole, spiritelli fugaci e erranti nell’aria. Talora prendono corpo tra di noi, quaggiù, per materializzasi in un disegno sul muro, in un simbolo, in una frase, in un racconto, perfino in una persona. Sono ogni volta forieri di un colpo di scena o di felicità, di un rimorso o di una fitta al cuore, di un invito a sorridere oppure a meditare. Non sempre ce ne accorgiamo. Anzi, molto spesso sfuggono ai nostri occhi discreti, sovente enigmatici, frequentano le nostre strade non per essere visti, ma per essere scoperti. La loro esistenza dipende dunque da noi, dal nostro sguardo. E se siamo lesti ad afferrarli, allora scopriamo che, in fondo, altro non sono che una proiezione dei nostri pensieri: un folletto può essere visto da un passante e non da un altro. Ma quando finiscono dentro la macchina fotografica e poi inquadrati in un’immagine, tutti noi li riconosciamo per quello che sono: apparizioni improvvise in cui si condensa un po’ della nostra vita. La vita personale, sociale e perfino politica. (Giulio Obici)